Eccomi, poeta o marinaio,
la traversata a tentare
in questo foglio – mare senza attese
perlustrando il fondo
di questo cosmico malessere
dove del disincanto
affiorano i soliti mostri.
Mentre la luna, pallida infermiera,
tutte dell’anima ricuce le ferite,
con il suo sguardo affilato di teschio.
Si vive invano, si muore invano, insomma,
l’invano è proprio scolpito sul fondo del tempo
e ogni onda ne rimescola il veleno.
Questo mare avvelenato mi risveglia l’attesa
che ha tatuato sul polso destro il solito motto:
Invano.
Qualcuno dice “Sarà la poesia a salvarti!”
Ingenuo!
La poesia è proprio la folgore che frantuma
questa povera zattera di versi
cui un senso, inutilmente, si
aggrappa.
E allora non c’è altro che questo naufragare
nell’infinita indifferenza del
mare!