Amici ora voglio guidarvi sul più
periglioso sentiero, dove l’abisso spalanca le sue fauci per un oh di stupore
infinito, dove il fuoco arde nello specchio in un labirinto dove il Minotauro
non è la bestia da soma del sesso per una ninfa qualunque, ma ciò che annera
l’ardere del fuoco e nella miriade degli
specchi vede l’universo contorcersi
e spaccarsi in un grido di saggezza che impaura come impaura il tuono,
il fuoco, il tumulto del popolo, l’uragano dionisiaco dei molti. Ebbene che si
sappia che chi adora il serpente cieco è
maestro dell’idolo.
Ma non si può insegnare
l’evanescenza a chi non esiste, perché sottratto al Tempo, a guisa di lampo di
silenzio nel cuore della parola, gioco di luna sopra una palma nel deserto,
invenzione notturna di un poeta in vena di trucchi, storia caduta dall’Albero
della Conoscenza, fiume del Destino, dove l’Occhio di Satana è irritato dalla
visione, ooooh solenne arbitrio della Necessità, dove annidi il tuo sempre? Nel
cuore di quale Mai? E se il Nevermore, Nevermore di Poe sostituisce Il lavoro nobilita eccetera, perché non affidiamo al mai stato la sorte
ventura? Ciò che non è mai stato altro che la perpetua ruota dell’erranza,
messa a vorticare dentro l’istante sfinito di un eterno tornare dell’origine in
sé.
Ora che siamo nel punto di eterno
ritorno, siamo abilitati all’impossibile da forze che trascendono il cemento
armato da millenni contro la vita e ci restituiscono le limpide erbe del sogno,
le inquiete acque del ricordo, il vanire peripatetico del pensiero, la faccia
umana scolpita per sempre nell’evanescenza. Sempre che incoraggia il mai a
durare e il niente a farsi da parte, per
lasciare infinitamente vuota la scena dove la danza inizia il suo poema di
fuoco e fiamme e si celebra la notte che garantisce il riposo della luce.
Amici, vi so guerrieri a difesa
di un misero rigagnolo di eternità, a difesa di un torsolo di Dio che una
Bernardette lasciò cadere con troppo infantile veggenza, a difesa di una Patria
che è Chiacchiera: Doxa che non redime ma che inchioda.
Abbandonate oh guerrieri ciò che fino
a ieri era venerato e imponete la legge del divenire a chi ama solo l’essere e
spargete la musica dell’immobile per chi cerca nell’errare i suoi motivi,
insegnate la luce a chi vive nel buio e a chi vive nell’ombra spiegate i
pericoli della luce.
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